Se cercate l’indirizzo dell’azienda sul sito internet del consorzio di tutela del Garda Classico, che ha il governo anche della minuscola doc del San Martino della Battaglia, trovate una via di Milano. È lì che evidentemente c'è la sede sociale. Il telefono però rimanda a un numero di Desenzano del Garda. Ed è dunque in campagna desenzanese che ha vigne quest’aziendina agricola dal nome strano, Cobue, che fa appunto un San Martino della Battaglia, doc minimale, che ha produttori che si contano sulle dita d’una mano sola. E cavano vino bianco da uve di tocai, e lo dico sapendo che è off limits, ora, dire tocai per un vino italiano, vista la nota faccenda del monopolio ungherese del nome.
Ora, questo San Martino l’ho trovato interessante. Rustico, ma interessante. Ed eccomi a scriverne.
Quando l’ho assaggiato aveva naso abbastanza ostico, che è andato concedendo con lentezza toni floreali bianchi.
La bocca l’ho trovata, ho detto, rusticheggiante. Perfino quasi tannica. Raspava come carta vetrata. E c’era freschezza in rilievo e sotto la camomilla - il fiore, molto bnen delineato - e ricordi di fieno e poi frutto giallo non maturissimo, che mostrava discreta densità.
Vino apparentemente semplice, in realtà di buona lunghezza e bella materia. Da osservare. Da seguire. Se vi capitasse di metter le mani su una bottiglia, provatelo.
Due lieti faccini :-) :-)
5 agosto 2007
domenica 3 febbraio 2008
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