Premetto: non è mica ancora del tutto pronto. Lo sarà probabilmente quest’estate, attorno a luglio-agosto, suppergiù. Eppure già bevendolo adesso dà piacere questo Bardolino che ancora una volta si conferma al vertice, dico io, della denominazione. E poco importa se è Superiore docg: quest’è Bardolino da vigneto, ecco quel che conta.
Il colore è quello che dovrebb’essere del Bardolino non dopato: rubino per niente carico. Brillante di lampetti rossi.
Il naso è quel che t’aspetti da questo rosso di Corte Gardoni: pinoteggia. Nel senso che ha quei sentori simpatici e graziosi e spiccatissimi di fruttino e soprattutto di fragola che ti portano alla mente immediatamente il pinot nero di Borgogna, e invece quest’è corvina e rondinella. E l’ho già scritto altre volte: è proprio di scuola borgognona il Bardolino della Piccoli family.
La bocca è ancora chiusa, col frutto che fatica un pochetto a uscire, ma che senti che è già bell’e pronto a venire fuori e ammantarsi della spezia oggi pepatina ch’è tipica delle corvine gadesane. Ed ha profondità, certo, ma anche bella freschezza e beva piacevole. E non t’uccide coll’alcol. Un vino da bere a gòti. Evviva.
Oh, insomma, per un’altra volta un bell’esempio di quel che può essere il Bardolino quando s’assecondano la vigna, la terra, la stagione.
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
20 aprile 2007
domenica 3 febbraio 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento