Prima o poi dovrò decidermi a parlare dei giovani Filippi brothers, dalle parti di Castelcerino, sulle colline di Soave. Gente tosta, che coltiva vecchie vigne di garganega e in campagna, come dicono sulle loro etichette rifiutano i «trattamenti sistemici al vigneto» e non fanno neppure diserbi chimici, ma «solo concimazioni organiche».
Ho provato, magari un po’ di fretta, qualche loro vino, e son venuto via convinto che hanno roba buona in cantina. Ed ora ho riprovato il Monteseroni 2005, e l’ho trovato convincente parecchio. Quindi: intanto la scheda, poi si vedrà di parlarne un po’ di più. E per ora chi volesse legger qualcosa dei Filippi può andare al loro sito.
Dunque, del Monteseroni fanno 4-5mila bottiglie appena. In acciaio. Niente legno.
Il naso è tra il fiore (anche macerato) e la vena minerale. Subito prevale la florealità, poi si fa più avanti la mineralità. Vino dal bouquet composito, quasi a doppia faccia.
La bocca, be’, quella è gran bella. Polposa, soda, eppure vibrante di freschezza e di tensione. E direi quasi ch’è ruvida, rustica. E ha frutto tanto. Piacevolissimo.
Ha personalità da vendere, questo Soave. Manca forse un po’ solo sulla lunghezza, ma, credetemi, vale la pena stapparlo.
Due lieti faccini e quasi tre :-) :-)
25 aprile 2007
domenica 3 febbraio 2008
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