Metti una sera a cena a Chioggia, in una trattoria che fa buon pesce della tradizione e insomma hai tutte le premesse per star bene. Però a fianco hai una tavolata di tedeschi su di giri. Un po’ troppo.
Metti che questi si mettano prima ad accendere quelle stelline puzzolenti che si usano a Capodanno e poi non la smettano di sbraitare, e insomma che mandino a farsi benedire la tua speranza di passare una bella serata chioggiotta.
Metti però che in carta dei vini trovi, a buon prezzo, un bianco di quelli tosti e interessanti parecchio, e allora ti fai stappare quello e ti concentri sul bicchere, e insomma recuperi un po’ di buonumore.
Ecco, il mio incontro col Tocai Friulano 2004 di Adriano Gigante è andato così. E devo dire che magari c’erano le condizioni meno favorevoli per apprezzarlo, e invece s’è fatto benvolere parecchio, ‘sto bianco dei colli orientali friulani.
Al naso aveva bel frutto, direi tropicaleggiante, e note di fiori essiccati.
In bocca personalità spiccata. Vino di carattere, sissignori. E spalla acida ben impostata per dare slancio al frutto e alla beva. E il fiore che emerge. E in fondo (sarò mica stato suggestionato dall’essere in laguna?) direi quasi una vena salmastra. E una nuance mandorlata per chiudere.
Buono.
Due lieti faccini e quasi tre :-) :-)
11 novembre 2007
domenica 3 febbraio 2008
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