E sia: rompo gl’indugi e oltrepasso le fatidiche, virtuali mura della regione gardesana. Che poi, di fatto, avevo già varcato cominciando a recensire vini dell’Alto Adige. Estendo lo sguardo all’altro pezzo di terra nordestina: il Friuli e la Venezia Giulia. E sia: che entrino anche quei vini fra le «bottiglie stappate» d’InternetGourmet.
Comincio con un bianco (chi mi legge di solito la conosce questa mia perversione bianchista). E che bianco. Due anni che lo bevo – due diverse annate, intendo – e due anni che mi piace, tanto. Il Pinot Grigio di Borgo San Daniele.
Attenti, non fatevi traviare: mica il «solito» Pinot Grigio. Nossignori, questo qui è di quelli tosti. Da bere e ribere con soddisfazione.
Ha frutto, tanto frutto: la pera - matura - la cogli al naso e torna, puntuale, alla bocca, e così è per la mela golden, colta ancora croccante dall’albero. E c’è una bella vena floreale, di fiore bianco. E freschezza di tutto rispetto.
S’esalta, il vino, poi, nel finale, che è asciutto, quasi tannico. Verrebbe da dire perfino (?) terroso, e lo scrivo con soggezione, ché qualcuno potrebbe pensare che do via di testa: è un bianco, vivaddìo. Ma è bianco di carattere. E gratificante.
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
5 dicembre 2006
domenica 3 febbraio 2008
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