Non te l’aspetti, un vino così. È un bianco di svolta. Ma è anche un Lugana di quelli che si ricordano. E che fanno discutere. Ed è buono, molto.
L’annata 2005 dei Frati, il celebre Lugana di Cà dei Frati, è probabilmente destinata a segnare una linea di demarcazione nelle vicende luganiste. Perché ha accantonato la morbidezza immediata per puntare con determinazione verso altri toni, quelli che son propri dell’argille su cui fruttifica il trebbiano di Lugana. Intendo le prerogative minerali, quel sentore d’idrocarburi che ne fa un bianco di rispetto. Meglio: che ne fa un vino capace d’esprimere il terroir, di raccontare il connubio vigna-terra.
Cogli, nel bicchiere, vene quasi di kerosene su una fitta trama di frutto (la pera, la pesca bianca quasi acerba) e sottesa la verde e nervosa presenza della clorofilla. Accattivante mix. Bella complessità. Che poggia su un corpo di valore e su una freschezza indomita.
Da bere e conversarci sopra.
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
6 maggio 2006
domenica 3 febbraio 2008
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento