Chardonnay, riesling renano, un briciolino di sauvignon, un terroir vocato, tant’impegno in vigna e in cantina, un bel po’ di coraggio: voilà, il Rinè è servito, figlio degl’ingredienti che ho elencato. E mi piace, sissignori se mi piace, il Rinè 2004. Più del 2002, che pure era stato buonissimo. Più del 2003, che era buono, ma pagava un pochettino il caldo dell’estate. Invece questa nuova annata ha un equilibrio invidiabile. Gran bel bianco gardesano d’entroterra da uve forestiere.
Certo, il legno si sente ancora un po’, ma è questione d’aver pazienza. Intanto, godiamoci i suoi profumi di frutta gialla matura, la speziatura finissima, quegli intriganti accenni di marzapane. Sensazioni che ritornano puntuali, ampie, avvolgenti al palato. Ed è lunga a gratificante la beva.
Piacevolissimo ora, ma certamente ancora di più avendo l’accortezza di metter la bottiglia a riposare in cantina, per attenderne il pieno sviluppo.
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
6 maggio 2006
domenica 3 febbraio 2008
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