Ecco, diciamo che sei sei un po’ giù, se insomma la giornata t’è girata male, un sorso d’un vino così può riconciliarti con la vita. Ché t’avvolge e ti coccola con la sua dolcezza, che però non è esagerata, ma riesce ad essere elegante, in equilibrio, e insomma ti sussurra che le cose si possono rimettere a posti, i cocci possono essere di nuovo incollati.
Il naso coglie nel bicchiere memorie nette di frutta secca, di nocciola in primis, e poi di frutti disidratati, da terre lontane. E l’esotismo del frutto essiccati esplode soprattutto in bocca, col’ananasso e il fico sciroppato e la papaja. E poi la noce e ancora la nocciola. Il marzapane, direi pure, la pasta di mandorla sicula e per contrapposta provenienza la spezia minuta di certi dolcetti che fanno al tempo di Natale su in Germania.
Il tutto resta, persiste, dura. E passi qualche bel momento, tu e il tuo bicchiere di Recioto soavese.
Tre lieti faccini :-) :-) :-)
10 febbraio 2007
domenica 3 febbraio 2008
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