Fa vini di possanza e di pienezza, Stefano Inama, e quest’è nota comune sia ai bianchi che ai rossi. E non sfugge la portaerei bianchista, il Vigneto du Lot.
Naso intrigante da garganega macerata. Note di frutta gialla surmatura, di frutti antichi del bosco, di spezie - appena accennata - da dolcetto tedesco. Eppoi vene officinali, da erbe alpestri, da resine. E pian piano ecco uscire, nette, le memorie minerali dei suoli soavesi.
Bocca immediatamente piena, ampia, polposa. Frutto, tanto, giallo, stramaturo. E ricordi leggeri di frutta secca, di noce. E una sottilissima traccia di menta, di eucalipto. Bella freschezza, che dà vitalità al vino. E lunghezza considerevole, sul frutto e sulla mineralità.
Vino di sostanza, ho detto.
Due lieti faccini e quasi tre :-) :-)
6 gennaio 2008
domenica 3 febbraio 2008
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1 commento:
Per me spettacolare!
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