Ecco, il Soave ha questo di bello, che ne puoi interpretare l’anima fruttata e anche quella minerale, su quelle colline dalle terre di vulcano.
Ecco, il Soave targato Balestri Valda - leggasi Rizzotto family - le due anime soaviste le interpreta entrambe, in contemporanea, mettendole in luce fin da subito, senz’esitazione. E lo fa con personalità che può apparire rustica e fors’anche scorbutica, così, di primo acchito. E insomma: non è bianco di quelli piacioni e furbini e dolcini, nient’affatto. Cosa che ti fa pensare che lo scorrere del tempo non gli può che far bene. E insomma: è bianco di carattere, che ama stare a lungo in bottiglia.
Ordunque, eccoci col 2006 che comincia solo adesso a farsi adulto. Ampia parte garganega, con un quinto di trebbiano di Soave. E vigne ancora giovinette.
Lo porti al naso, questo 2006, e avverti il frutto giallo e, sul fondo, la vena minerale. Non ha esplosioni, nelle fragranze, ma finezza.
E in bocca l’attacco è in sintonia col fruttato e con la nota basaltica. E trovi gran bella vena acida, fresca. Che fa vibrare il palato. E il finale è asciutto, graffiante. Non mira a piacere a tutt’i costi.
Mi piacerebbe riberlo di qui a un paio d’anni.
Due lieti faccini e quasi tre :-) :-)
16 marzo 2008
lunedì 17 marzo 2008
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